Pensione anticipata: prestito di vent’anni e rata fino al 15% dell’assegno

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L’incontro tra il governo e i sindacati sulla progetto per la flessibilità in uscita ha avuto un buon esito. Dopo un lungo dibattito, a fronte del tema delicato e delle polemiche scaturite dopo l’approvazione della Legge Fornero, pare che i sindacati abbiano dato via libera alla proposta del governo.

L’ipotesi allo studio per andare in pensione anticipata prevede un anticipo della pensione netta per gli anni mancanti alla pensione da restituire in vent’anni con una piccola penalizzazione, comprensiva di copertura assicurativa e detrazione fiscale sulla parte del capitale anticipato per soggetti deboli e meritevoli di tutela.
Chi non ha ancora raggiunto gli anni per la pensione secondo la famigerata legge Fornero e la desidera anzi tempo, dovrà quindi rivolgersi all’Inps che si occuperà di creare il rapporto con gli enti predisposti ad erogare il prestito. Stiamo parlando delle classi ’51-’55.

Inoltre nell’incontro con i sindacati, il sottosegretario Tommaso Nannicini ha spiegato che chi volesse uscire dal lavoro prima della pensione di vecchiaia, per restituire l’anticipo ricevuto, dovrebbe pagare una rata con un tetto che raggiungerebbe al massimo il 15% dell’assegno incassato.
In caso di morte del pensionato, il debito non graverà sugli eredi e non impatterà sulla reversibilità.
Per chi é disoccupato da molto tempo lo Stato si farà carico del’ammortamento del prestito, stesso discorso per le ristrutturazioni aziendali. Questa proposta del governo elimina le penalizzazione inizialmente ipotizzate, probabile motivo della fumata bianca dei sindacati.

Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl, esprime soddisfazione per il risultato raggiunto: «Sui temi previdenziali e del lavoro il governo ha in parte modificato le posizioni a seguito della mobilitazione sindacale». Furlan sottolinea che «è iniziato un percorso su temi che interessano gli italiani e le italiane, temi che toccano la vita e il futuro di tante persone».
In programma ci sono altri appuntamenti con i sindacati per continuare a confrontarsi sull’argomento, valutandolo nei dettagli così da poterlo inserire nella Legge di Stabilità 2017.