Da settembre APE Volontaria

Con i primi di settembre, non appena pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, diventeranno operative le ultime due formule per le pensioni introdotte con la Legge di Bilancio 2017.

L’APE volontaria, dà la possibilità di percepire un anticipo di accompagnamento alla pensione per coloro che hanno almeno 63 anni di età, 20 anni di contributi e un assegno previdenziale maturato al momento della richiesta pari ad almeno 1,4 volte il minimo, e si trovano a non meno di tre anni e sette mesi dalla pensione di vecchiaia.

Indennità + anticipo pensione

Chi ha già maturato un congruo assegno pensionistico ma non ha i requisiti per ritirarsi dal lavoro, e ha già fatto domanda per essere ammessi all’APE Sociale, potrà comunque chiedere anche l’APE Volontaria, così da ottenere un prestito pensionistico parziale, che vada a colmare il gap di assegno eccedente il tetto massimo di 1.500 euro garantiti dall’indennità ponte a carico dello Stato (APE Sociale).

Come si articola:

Si rivolge a un pubblico maggiore rispetto a quello dell’APE Sociale ma con un diverso sistema. Non è un’indennità pagata dallo Stato ma un prestito bancario garantito dalla pensione maturanda, che verrà restituito in rate ventennali quando si arriverà a percepire la pensione vera e propria. Il sistema è quindi finanziato dal sistema privato (banche) e coperto da una polizza assicurativa, tuttavia è erogato dall’INPS, che accoglie anche le domande dei contribuenti.

Il prestito:

Sarà il lavoratore a scegliere quale percentuale di anticipo chiedere. Secondo le anticipazioni sul decreto attuativo, le percentuali potranno arrivare al 90% della pensione netta con un anticipo fino a un anno, all’85% se l’indennità viene percepita per un periodo da uno a due anni, all’80% dai due ai tre anni, il 75% per periodo oltre i tre anni.

Per quanto concerne il prestito, si ipotizza un Taeg del 3,2% comprensivo della copertura assicurativa per il rischio premorienza, assistita dalla garanzia dello Stato. Il tasso sarà fisso ma modificabile periodicamente in base all’andamento dei tassi ufficiali.

Grossa differenza fondamentale con l’APE Sociale è che non richiede di smettere di lavorare: è quindi possibile percepire il trattamento senza dare subito le dimissioni. Nel momento in cui si presenta la domanda, però, si presenta contestualmente anche quella per andare in pensione a fine prestito, istanza che diventa così irrevocabile.

Con l’APE Volontaria, infine, si potrà attivare anche la RITA, rendita integrativa temporanea anticipata.